Nomen omen: Rustem Umerov. Chi è il nuovo Ministro della Difesa ucraino?

Di @HSkelsen, 04 settembre 2022

Zelensky ha dunque proposto Rustem Umerov (Рустем Умєров — a capo del State Property Fund of Ukraine, il fondo del demanio statale, da settembre 2022) per l'incarico di Ministro della Difesa, al posto di Reznikov - il quale potrebbe diventare ambasciatore a Londra. Il nome era nell'aria da qualche giorno (ne aveva parlato il parlamentare liberal Yaroslav Zheleznyak) e alla fine il cambio si è consolidato. Cambio che arriva in un momento in cui l'Ucraina si sta impegnando per dare un segnale forte, sia in patria che all'estero, sugli sforzi compiuti contro la corruzione e la cattiva gestione dei fondi. Aspetto fondamentale sia per i futuri negoziati con l'UE sia per la futura adesione alla NATO, ma soprattutto per una gestione ottimale delle risorse a disposizione della Difesa. E non sono mancate critiche a Reznikov in questo senso; ad esempio per quanto riguarda alcuni acquisti «overpriced», dalle uova ai giubbotti antiproiettile, ma su alcune sue dichiarazioni e sulla gestione della sua comunicazione personale in generale.

La proposta del nominativo per la carica è una prerogativa del Presidente, che dovrà poi essere confermata con il voto della Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, che nomina e revoca il ministro su richiesta del Presidente. Ma veniamo a noi; Il profilo di Umerov è interessante e può fornirci alcuni indizi sul perché la scelta sia caduta su di lui. Una figura che potrebbe rivelarsi particolarmente adatta alle sfide che Kyiv deve affrontare.

 Rustem Umerov

Carta d'identità

Rustem Umerov, ovvero Rustem Enver Oğlu Umerov, 41 anni, è nato nella città di Samarcanda, nell'ex RSS Uzbeka (ora Uzbekistan), il 19 aprile 1982, da una famiglia di tartari di Crimea deportata da Alushta nel maggio del 1944 durante il genocidio stalinista. I genitori hanno fatto ritorno in Crimea negli anni '80 con il rimpatrio dei tartari di Crimea dopo il crollo dell'URSS. Umerov è musulmano, è sposato ed ha tre figli.

Si potrebbe dire che abbia una esperienza internazionale innata, sia per la dolorosa storia famigliare sia per il fatto che da studente è stato un borsista del Future Leaders Exchange Programme (FLEX), del Bureau of Educational and Cultural Affairs (ECA), del US Department of State, che consente di recarsi negli Stati Uniti per un anno di studi in una scuola americana e di essere ospitati da una famiglia locale. Umerov ha poi concluso la su formazione in Ucraina, conseguendo una laurea in economia e un master in finanza all'Accademia Nazionale di Management di Kyiv, periodo in cui ha partecipato ad altre iniziative di carattere internazionale come l'American-Ukrainian Leadership Program, tra altre relative all'Unione Europea, la NATO e i diritti umani.

Per quanto riguarda la sua carriera nel settore privato, Umerov ha avuto esperienze professionali significative e con incarichi di responsabilità prima di essere eletto deputato nel 2019. È stato capo dipartimento presso Lifecell, uno dei principali operatori di telefonia mobile ucraini, gestendo anche l'area logistica. Successivamente, dal 2010 al 2013 è stato Managing Director di ICG Investments e iCapital in Ucraina. Nel 2013 fonda la propria società di investimenti, ASTEM, insieme al fratello Aslan Omir Kirimly, e la relativa Fondazione ASTEM. Ha gestito investimenti nei settori delle comunicazioni, dell'informatica e delle infrastrutture. E la Fondazione ASTEM è uno dei donors del programma Ukraine Emerging Leaders dell'Università di Stanford ( USA), pensato per formare politici, avvocati, imprenditori ucraini. La classe dirigente ucraina, in breve. Umerov è anche co-fondatore e membro del consiglio della Crimean International Business Association.

E fino a qui abbiamo almeno tre aspetti del suo profilo che ci possono fornire elementi per comprendere la scelta operata da Zelensky. Il primo è sicuramente quello delle competenze economico-finanziarie, sia per formazione che per esperienza (cosa che non guasta, viste le critiche sulla gestione economica del dicastero che andrà ad occupare). Il secondo, di cui vedremo altri dettagli più avanti, è quello dell'esperienza internazionale. Infine, Il terzo è quello delle origini tartare. Infatti Umerov ha consolidato relazioni internazionali piuttosto estese, anche negli Stati Uniti, da quando era assistente del capo del Mejlis dei Tartari di Crimea Mustafa Dzhemilev, che ha accompagnato nei suoi viaggi all'estero. Dal 2007 è consigliere di Dzhemilev, ed è stato suo assistente-consulente pro bono nella quinta, sesta, settima e ottava convocazioni. Inoltre, negli ambienti politici si dice che abbia anche rapporti molto stretti con le autorità turche ad altissimi livelli. Si dice infatti che possa contattare direttamente Erdogan attraverso una corsia preferenziale rispetto ad altre autorità ucraine (Umerov parla anche il turco). I tartari di Crimea, infatti, sono un «ponte dell'amicizia» con i turchi, i quali osservano attentamente come le autorità trattano i tartari di Crimea con cui lavorano direttamente per alcune questioni statali di carattere culturale e religioso. Umerov è stato anche un delegato al Kurultai del popolo tartaro di Crimea della quinta e della sesta convocazione, rispettivamente del 2007 e del 2012. Visto il ruolo attivo della Turchia nelle iniziative diplomatiche, sia per quanto riguarda i negoziati, quei pochi che hanno avuto luogo finora, sia per quanto riguarda le forniture di droni (ci ricordiamo tutti i micidiali Bayraktar), e anche rispetto alla situazione nel Mar Nero, i suoi rapporti privilegiati con le autorità turche sono un asset da non sottovalutare.

Ma l'esperienza internazionale, all'estero e con l'estero, e diplomatica di Umerov non si esaurisce qui. Nelle elezioni parlamentari del 2019, Rustem Umerov è stato eletto al parlamento ucraino con il partito (di opposizione — ci torneremo su più avanti) di orientamento liberal e pro-UE «Holos» (o «Golos»; Голос - una parola polisemica che vuol dire sia "voce" che "voto" in ucraino). Da parlamentare, Umerov ha svolto più funzioni, in particolare come: vice capo della delegazione permanente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; co-presidente dei gruppi sulle relazioni interparlamentari con l'Arabia Saudita e la Turchia; membro dei gruppi di amicizia per le relazioni interparlamentari con Israele, Cina, Regno Unito, Stati Uniti, Giappone e Canada; Segretario della Commissione parlamentare per i diritti umani, la de-occupazione e la reintegrazione dei territori temporaneamente occupati nelle regioni di Donetsk e Luhansk e nella Repubblica autonoma di Crimea e, dal settembre 2020, come membro del gruppo per lo sviluppo della strategia statale per la de-occupazione della Crimea e di Sebastopoli.

L'esperienza di Umerov non è solo internazionale, ma anche diplomatica e umanitaria. Come ha dichiarato a Ukrainska Pravda «i diritti umani sono nel suo DNA». Infatti, Umerov è stato una delle figure chiave nello scambio di prigionieri politici e di guerra della Crimea. Nella primavera del 2022, Umerov si è unito alla delegazione ucraina che ha tenuto i noti negoziati con la Russia (durante i quali potrebbe essere stato avvelenato assieme ad Abramovich). Era presente sia ai negoziati in Bielorussia che a quelli tenutisi a Istanbul, nel marzo 2022. Inoltre, ha lavorato al grande scambio di prigionieri nel settembre 2022 , quando l’Ucraina è riuscita a riportare a casa 215 persone, tra cui 188 difensori dell'Azovstal e Mariupol, compresi i comandanti dell’Azov. Ha contribuito anche alla mediazione della Black Sea Grain Initiative, o «accordo sul grano», rispetto alla quale ha più volte espresso scetticismo sul fatto che la Russia avrebbe rispettato l’accordo. Inoltre, Umerov ha molto concentrato la sua azione parlamentare sul tema dei diritti umani, presentando oltre 100 proposte di legge, tra le quali quella sulle popolazioni indigene (adottata nel luglio 2021) e sullo status del popolo tartaro di Crimea e sulla commemorazione delle vittime del genocidio del popolo tartaro di Crimea e sulla condanna delle violazioni dei diritti e delle libertà dei tartari di Crimea da parte della Russia. Rappresentante di spicco della comunità tartara, non è un «fedelissimo» di Zelensky come viene descritto da alcuni media italiani in queste ore. In verità si tratta di un esponente dell'opposizione, come avevo già accennato prima. Un particolare rilevante perché denota una apertura che testimonia a favore del sistema ucraino, ma soprattutto perché dimostra che la decisione di incaricarlo non è dettata da logiche di cerchie o di affinità, ma risponde a esigenze di natura operativa e di avere nuove competenze. Bisogna sottolineare che Il Ministro della Difesa è tra i principali, o è addirittura il principale interlocutore ucraino per gli alleati occidentali in questa fase — in cui il suo profilo e i suoi contatti, anche con il Medio Oriente (Umerov conosce personalmente anche Bin Salman) e con il mondo islamico, possono rivelarsi di notevole valore.

 

Rustem Umerov, l'inviato speciale del presidente ucraino Zelensky durante un incontro con Il principe ereditario Mohammed bin Salman il 20 settembre 2022. Foto Rustem Umerov/X
 

Partner mediorientali e turchi che hanno un peso non indifferente anche sul piano umanitario. Infatti, preparazioni per gli scambi di prigionieri, anche quello che ha riportato a casa i difensori di Mariupol, si sono svolte sia in Turchia che in Arabia Saudita, dove Umerov è stato inviato per predisporre tutto il necessario per le operazioni. Questo aspetto — quarto e ultimo — del profilo di Umerov è molto interessante per un Ministro della Difesa, cioè il fatto di avere un difensore dei diritti umani a capo di un dicastero chiave nella guerra di liberazione, a cui spetta il compito di coordinare azioni che implicano l'uccisione degli invasori. Caratteristica che però potrebbe anche essere molto positiva sul piano del rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti dei prigionieri di guerra. Umerov è un attivo in questo campo da diversi anni, come ha raccontato lui stesso a Ukrainska Pravda:

«I diritti umani sono nel mio DNA. Sono nato in Uzbekistan, mi sono reintegrato, sono arrivato a Kiev, ho iniziato a lavorare con un'organizzazione studentesca, su questioni europee e della NATO che all'epoca non erano popolari, ho lavorato come assistente di Mustafa-ag, e poi il 2014. Tutti i negoziati sono iniziati nel 2014. Sono comparsi i prigionieri politici e io ero la persona che, di fatto, supervisionava questo settore dal Mejlis. Per questo sapevo quanti prigionieri politici avevamo, di quanti avvocati avevamo bisogno e con quali avvocati potevamo lavorare. Poi non c'erano le persone di Azov che conosciamo ora, ma c'erano i prigionieri di guerra nel Mar d'Azov, dove eravamo coinvolti anche noi. Dopo l'elezione di Volodymyr Oleksandrovych, abbiamo tenuto una riunione nell'agosto 2019, in cui abbiamo spiegato come il Mejlis del popolo tataro di Crimea potesse aiutare il loro Paese. Si tratta delle questioni dei prigionieri politici, dei prigionieri di guerra, della Crimea, dell'Ucraina meridionale, delle questioni etniche, delle questioni religiose, delle questioni del Medio Oriente o dell'Organizzazione della Cooperazione Islamica d'Europa e d'America. Ero la persona responsabile del Mejlis per garantire che ogni volta che fosse stata necessaria la nostra esperienza, saremmo stati coinvolti. Da allora sono sempre stato coinvolto in queste questioni

⧫⧫⧫

Abbiamo ripercorso alcuni passaggi chiave del percorso di Umerov; le sue esperienze, sia personali che politiche; il suo background formativo e culturale, evidenziando alcune caratteristiche che lo contraddistinguono. Inoltre, abbiamo menzionato il contesto in cui si colloca la sua nomina, nonché quali potrebbero essere i suoi contributi positivi agli sforzi del governo ucraino nella lotta per la liberazione del Paese. Il rimpiazzo del Ministro della Difesa nel bel mezzo del conflitto più rilevante dell'attualità globale è una mossa che meritava un approfondimento, anche solo come esercizio per capire meglio. Avendo avanzato fino a qui, cosa possiamo concludere alla luce delle informazioni esaminate? Uno dei punti salienti è che la decisione di Zelensky si articoli su almeno tre piani distinti per rispondere a diverse esigenze: il piano politico interno, il piano politico internazionale e quello della necessità di nuove competenze (gestionali, comunicative, diplomatiche). Infatti, il presidente ucraino ha parlato della necessità di adottare «nuovi approcci e modi diversi per interagire sia con la sfera militare che con la società civile». Ma Umerov non è un neofita né nella comunicazione politico-diplomatica né nella gestione delle risorse (qualità essenziale a fronte dei miliardi in aiuti da gestire). E sono state numerose le critiche mosse al Ministero della Difesa ucraino, comprese accuse di corruzione che, sebbene non coinvolgessero direttamente Reznikov, non hanno giovato alla sua reputazione, dato che egli era a capo del dicastero. Inoltre, ci sono state critiche anche riguardo ad alcune sue dichiarazioni (pensiamo ad esempio alle sue uscite sui droni, che è un fronte che la difesa ucraina dovrebbe e sembrerebbe voler sviluppare), nonché alla sua gestione dei rapporti con i media, inclusi blogger e fonti di intelligence open source (OSINT) — e forse è proprio a questi aspetti che Zelensky si riferisce quando parla di nuovi modi di interagire con la società.

In conclusione, e riassumendo, Zelensky ha optato per Umerov, una figura che ha accumulato una notevole esperienza sia nel campo politico che in quello imprenditoriale, in particolare in campo economico, a livello nazionale e internazionale. Un giovane liberale, 41 anni, che si è avvicinato alla politica fin da ragazzo partecipando a iniziative di carattere internazionale legate ai diritti umani, all'Europa e alla NATO. A differenza di quanto affermano alcuni media in Italia, non è un «fedelissimo» del Presidente, ma un esponente dell'opposizione. Una mossa di apertura, quindi, che favorisce l'immagine del Paese, sotto i riflettori in vista dell'avvio dei negoziati per la sua adesione all'UE e alla NATO. In quest'ottica rientra anche la decisione di sostituire Reznikov, dopo le accuse di corruzione mosse al suo ministero, che non verrebbe «silurato», come sostengono sempre in queste ore alcuni quotidiani italiani. Personalmente, se Reznikov venisse davvero nominato per l'incarico di ambasciatore in una destinazione importante come Londra, non lo definirei un «siluramento». Dopotutto, Reznikov ha servito il Paese nelle fasi più delicate della guerra. In questo modo Zelensky riuscirebbe sia a dare una risposta sul piano dell'integrità delle istituzioni ucraine sia a offrire una via d'uscita dignitosa all'ex ministro. Ministro che viene rimpiazzato da una persona che, come abbiamo visto, può vantare contatti privilegiati dal Nord America fino al Medio Oriente, passando per l'Europa, molto coinvolto nelle dinamiche dei negoziati, della diplomazia russa (di cui conosce bene, e direi che ne disprezza la mentalità) e della situazione sul terreno.

Come tocco finale, e forse un segnale chiaro a Putin delle intenzioni ucraine, un tartaro di Crimea profondamente consapevole della questione delle occupazioni e delle deportazioni, profondamente liberale, atlantista ed europeista. Una ciliegina sulla torta che è stata posizionata strategicamente il giorno prima della visita del presidente turco in Russia.